Il Potere della Danza, ma anche la sua difficoltà
Spesso ci sentiamo in bilico, cercando di mantenere quel perfetto equilibrio che ci faccia sentire sicuri, ma a volte veniamo chiamati a lasciarci cadere, o meglio a lasciarci andare per abbracciare l'ignoto che temiamo.
Ho deciso di scrivere questo articolo perché mi è capitato più volte di sentire da più persone quanto sia facile andare a ballare in discoteca, ma quanto invece sia difficile lasciarsi andare nella danza libera ed estatica. E ci tengo a precisare che sono perfettamente d’accordo! Ma in questa nota desidero condividere un possibile motivo di questa difficoltà.
Quando seguiamo delle regole, dei passi, delle coreografie che ci hanno insegnato o quando andiamo semplicemente a ballare muovendo il corpo attraverso il nostro controllo e comando, stiamo danzando seguendo e mantenendo una struttura che ci permette di sentirci sicuri e protetti.
Quando invece abbandoniamo ogni regola e ci diamo il diritto di muoverci liberamente, iniziamo a sentirci vulnerabili perché la struttura che abbiamo seguito fino a quel tempo comincia a vacillare e la nostra vera essenza sente di poter poco alla volta riemergere.
Attraverso il libero movimento cominciamo a dare spazio al corpo, gli diamo completa libertà di muoversi come desidera, e pertanto dietro un controllo ancora evidente, iniziamo a sentire un disagio perché iniziamo a percepire che dietro a questo controllo e struttura il corpo ha una sua storia da raccontare e vorrebbe mostrare qualcosa che gli abbiamo a lungo imposto di nascondere.
Se siamo abituati a nascondere le nostre paure, le nostre emozioni, il nostro vero stato emotivo attuale, la nostra verità, la nostra luce ed i nostri reali pensieri, ecco che nel concedere al corpo il libero movimento possiamo percepire di non sentirci più tanto al sicuro, ed in questa insicurezza comincia a farsi strada la vulnerabilità. La struttura che abbiamo duramente mantenuto per anni o vite, comincia a muoversi creando degli spazi e lacune attraverso le quali un’energia a lungo repressa trova lo spazio per passare. E’ come se si aprisse una porta e l’istinto naturale dell’essere umano si riscopre libero di uscire dalla sua gabbia. E noi abbiamo paura di venir attaccati proprio da quell’istinto a lungo domato e represso, prima dagli altri, poi da noi stessi. In realtà non è affatto così, ma questo è il pericolo che percepiamo in base alle esperienze vissute in passato.
Percepire la vulnerabilità per quanto fastidioso possa sembrare, è un vero dono! Qualcosa si sta facendo stradae noi abbiamo finalmente la possibilità di metterla in moto e di vederla dandole spazio di esprimersi. Anche se ci fa sentire completamente a disagio, la vulnerabilità sta solo nascondendo qualcosa!
Il disagio è assolutamente naturale. Ogni singola giornata della nostra vita siamo abituati a danzare una danza che ci è stata auto-imposta ed insegnata, vivendo la vita seguendo una precisa coreografia, e questa coreografia ci ha fatto sempre sentire protetti. In altre parole siamo diventati come gli altri hanno voluto diventassimo rinnegando completamente il nostro vero essere e sentire.
Ma cosa succede quando sentiamo di avere la facoltà di abbandonare il controllo esercitato su una presunta sicurezza? ci sentiamo in pericolo e profondamente a disagio! E quando ci sentiamo a disagio, vorremmo subito nasconderci.
Nel contesto “danzante” la mente inizia subito a commentare la danza con il tentativo di domarla e di riassumere il controllo e lo fa iniziando a paragonarsi agli altri, a commentare ogni movimento del corpo spesso giudicandolo oppure ci invita a chiudere gli occhi danzando con noi stessi, illudendoci di sentirci liberi, quando invece ci stiamo ancora nascondendo, questa volta nella danza. Infatti la nostra energia in questo caso è rivolta all’interno e non interagisce con nessuno. E va assolutamente bene così, lo scopo di queste danze è di osservare come agisce il corpo, ascoltare la sua storia e come si sente. Pertanto non c’é alcun giunzione e nessuna danza perfetta da ballare. Lo scopo è di lasciarlo esprimere e di raccontare la sua storia.
Danzare e permettere al corpo di muoversi liberamente senza regole e senza imposizioni o strutture, ci da la possibilità ma soprattutto la libertà di mostrarci per quello che siamo veramente! Ci da la libertà di creare la nostra danza e di liberare la nostra essenza, ma per riuscire a farlo dobbiamo mettere in gioco la nostra vulnerabilità, danzarla e metterla in movimento, piuttosto di tornare a reprimerla tornando ad addomesticarci in un lungo sonno.
Questo processo ha ben poco a che fare con il mostrare la propria vulnerabilità all’altro, bensì ci stimola ed incoraggia a permettere a noi stessi di essere vulnerabili e di mostrare alla nostra mente che non c’é alcun pericolo nel muoversi come vorremmo, senza strutture e senza regole, e non c’é affatto pericolo nel mostrare la nostra verità, la nostra essenza facendo fluire qualsiasi cosa desidera emergere, vulnerabilità compresa, anche perché tutto emerge sempre al momento giusto e quando siamo pronti.
Il corpo non mente quanto la mente! Anzi! il corpo racconta sempre la verità e ci vuole aiutare a riconquistare la nostra libertà. Il corpo non può mentire, ed e’ proprio per questo che possiamo sentirci a disagio in questi contesti. Ma è il corpo che dobbiamo risvegliare e seguire se vogliamo tornare a sentirci veramente liberi e per risvegliarlo dobbiamo muoverlo.
E’ senz’altro una sfida tornare a muoversi liberamente senza schemi, controllo e strutture, su questo sono assolutamente d’accordo! Ma sfidando la mente possiamo sperimentare e far emergere la nostra verità, per permettere a noi di conseguenza di mostrare la nostra vera luce, il nostro vero essere, la nostra vera essenza, e cosa veramente desidera muoversi in un corpo tenuto fin troppo legato ad una catena.
Attraverso il libero movimento, iniziamo a renderci conto di essere solo VITA IN MOVIMENTO e danzando e liberando le nostre storie, convinzioni e paure, abbiamo la possibilità di riconquistare la libertà di essere come siamo in quel momento fino a scoprire di essere solo energia, vita ed amore, in ogni singolo istante, ora, nell’adesso. Il copro infatti non può muoversi e respirare nel passato o nel futuro, ma solo in questo momento! Il disagio che proviamo mentre danziamo è pertanto un grandissimo dono! Ma non è nostro ed appartiene alla mente che tutto controlla. Noi vulnerabili ed insicuri abbiamo paura di venir visti nella nostra vulnerabilità, e di conseguenza di venir attaccati e giudicati, ma questa vulnerabilità non viene vista dagli altri, credo ognuno sia impegnato a gestire la propria vulnerabilità e la propria danza.
Se dunque dovessi trovarti un giorno in questa situazione mentre stai sperimentando la danza libera ed estatica, piuttosto che credere alla mente che ti sta sussurrando che questa danza non fa per te, perché ti senti a disagio, danza il tuo disagio! Offrilo come preghiera! mettilo in moto! danza la tua vulnerabilità, la tua tristezza, danza tutto quello che emerge e sentiti libero/a di farlo! Poco alla volta libererai la tua vera essenza. Un corpo libero di muoversi come vuole e libero di interagire con gli altri liberamente senza più alcun timore e senza più doversi nascondere sarà libero dal dominio della sua mente e tu potrai percepire di essere solo vita, nell’unico momento in cui puoi respirare.